I soggiorni riabilitativi estivi. Un problema in molti municipi romani – Intervista a Carla Patrizi
I soggiorni riabilitativi estivi. Un problema in molti municipi romani
Intervista a Carla Patrizi
I soggiorni riabilitativi rappresentano un’occasione significativa per la prosecuzione e verifica del Progetto Riabilitativo personalizzato delle persone con disabilità.
Il progetto riabilitativo individuale (PRI) è volto al recupero
dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana e lavorative ed al
incremento della partecipazione sociale. Deve soddisfare le esigenze
della persona con una particolare enfasi sulle sue aspettative e sulla
qualità di vita. Si tratta quindi di uno strumento per “progettare
l’autonomia” e viene elaborato da una equipe interdisciplinare insieme
con la persona e la sua famiglia ed ha un responsabile che è il medico
fisiatra.
L’elaborazione di un progetto consta di varie fasi:
- la valutazione volta a identificare i problemi e le loro cause
- la definizione degli obiettivi (elaborata dall’esito delle valutazioni specialistiche e delle aspettative e esigenze della persona) con la definizione dei tempi previsti per raggiungerli e i rispettivi indicatori di esito (ovvero parametri o scale cliniche che misurano e dimostrano il livello di raggiungimento degli obiettivi)
- la scelta del “setting” (luogo dove effettuare la riabilitazione che può essere in regime di ricovero, ambulatoriale o domiciliare). La scelta del “setting” riabilitativo dipende da vari fattori: grado di disabilità del paziente; condizioni cliniche; disponibilità logistiche (possibilità di trasporto o ad esempio impegni di lavoro); necessità di assistenza infermieristica continua; necessità di attrezzature; valutazione dei vantaggi e degli svantaggi di ogni setting.
- la definizione dei programmi riabilitativi che comprende: la definizione degli interventi; l’individuazione degli operatori; definizione delle modalità e tempi di erogazione; definizione delle misure di esito per valutare l’efficacia dei programmi.
I soggiorni, nella Regione Lazio, sono
normati da una serie di normative: delibera del consiglio Regionale
730/88, Circolari regionali dell’Assessorato Enti locali nn. 30/89,
724/93 e 588/95, legge regionale 38/96 e DGR n. 501 del 10/04/2001,
nelle quali viene sancita la competenza delle Aziende UU.SS.LL. nella
gestione dei soggiorni estivi per persone con disabilità, quale
prosecuzione in località climatica dei trattamenti riabilitativi
abitualmente erogati agli aventi diritto.
Considerato il carattere sia sanitario
che socio-assistenziale dei soggiorni stessi, le normative stabiliscono
che le relative spese di gestione siano ripartite tra Amministrazioni
Comunali ed Azienda USL.
Un problema maggiormente sentito d’estate
Fin qui la teoria…ma arriva l’estate e
riemergono i soliti problemi con i soggiorni estivi problema che
quest’anno potrebbe comportare l’esclusione di 150 persone con
disabilità tra disabili anziani, orfani, giovani e meno giovani.
Sociale.it ha intervistato Carla Patrizi – Presidente Consulta
Permanente per i problemi dei Cittadini e delle persone con disabilità
Municipio Roma II.
«Le Consulte per i diritti delle Persone con disabilità del Municipio Roma II e Municipio Roma III
– dice Patrizi – esprimono la loro preoccupazione in merito al nuovo
progetto proposto dal gruppo G.I.SE , ‘gruppo integrato soggiorni
estivi’, per i soggiorni riabilitativi ASL RM1, che quest’anno, vedono
l’assenza del coordinatore ASL, e l’esclusione senza preavviso delle
persone con disabilità frequentanti, Centri e/o Istituti di
riabilitazione accreditati che, non organizzano autonomamente i
soggiorni estivi.
L’interrogativo che permane è questo: si tratta di un problema di finanziamenti, o di un problema “politico”?
«È evidente che le pressioni politiche
attuate per fare in modo che alcune cooperative (le stesse che lo scorso
anno 2016 con un atto di protesta hanno abbandonato 50 famiglie di
disabili incarico alla ASL) gestissero i soggiorni estivi, bypassando
la ASL, anche a scapito delle persone con disabilità, quest’anno sono
state accontentate – aggiunge la Patrizi-. Questa manovra è stata
giustificata con la solita scusa della mancanza di personale Asl,
lasciando carta bianca alle cooperative senza neanche un controllo
coordinatore Asl in loco, nonostante si tratti di un progetto
integrativo- riabilitativo volto alle persone disabili gravi, gravissimi
e con patologie dell’età.
Come Consulte – dichiara la Patrizi
insieme a Maria Romano, Presidente Consulta Permanente per i
problemi dei Cittadini e delle persone con disabilità del Municipio
Roma III – ricadenti sui territori torniamo a ribadire la nostra
disponibilità a trovare soluzioni inclusive che permettano a tutte le
persone che ne hanno diritto di usufruire dei soggiorni estivi
ricordando che, caso mai ce ne fosse bisogno, non si tratta di un
approccio ludico ricreativo e quindi discrezionale, ma di un servizio di
carattere socio sanitario regolato e finanziato dalle Asl e dal
Dipartimento politiche sociali di Roma Capitale, quindi
con i soldi di tutti i cittadini, disgustati nel vedere i soliti noti
spadroneggiare e i più deboli lasciati nell’oblio”.