L’OSTEOARTROSI (OA)

Dr.ssa Laura Cavagnola e Dr. Roberto Gorla

 Cosa è l’Osteoartrosi?
L’osteoartrosi è il tipo più comune di patologia articolare, specialmente tra le persone anziane. Qualche volta viene chiamata malattia degenerativa delle articolazioni. L’OA è una malattia delle articolazioni che colpisce soprattutto la cartilagine. La cartilagine è un tipo di tessuto connettivo, di aspetto traslucido, di colore bianco madreperlato, che ricopre le estremità dei capi articolari. Una cartilagine sana permette lo scorrimento reciproco delle superfici articolari. Essa è in grado di ammortizzare il carico durante i movimenti. Nell’OA si nota una rottura della cartilagine che denuda l’osso subcondrale così da rendere lo sfregamento dei capi articolari doloroso e provocare tumefazione e impotenza funzionale. Con l’andar del tempo, l’articolazione potrebbe perdere la sua naturale conformazione. Inoltre, speroni ossei – piccole formazioni ossee chiamate osteofitipotrebbero svilupparsi ai lati dell’articolazione. Frammenti di osso o cartilagine possono staccarsi e restare liberi all’interno dello spazio articolare e ciò causa ulteriore dolore e danno articolare.
Le persone con OA di solito presentano dolore articolare e limitazione durante i movimenti. A differenza di altre forme di patologie articolari, l’OA colpisce solamente le articolazioni e non altri organi. 
Per esempio, l’Artrite Reumatoide – la seconda forma reumatica più comune – colpisce altre parti del corpo oltre alle articolazioni. Essa esordisce in età più giovane rispetto alla OA e causa tumefazione, arrossamento delle articolazioni che possono rendere le persone sofferenti e facilmente affaticabili.

 Quale è la popolazione artrosica?
L’OA è una delle cause più frequenti di disabilità fisica tra la popolazione adulta. Più di 20 milioni di persone negli USA soffrono di OA. Nel 2030, il 20% della popolazione americana – circa 70 milioni di persone – sarà ultra 65enne e sarà a rischio di sviluppare l’osteoartrosi. Alcuni giovani presentano artrosi post-traumatica ma questa patologia colpisce prevalentemente le persone anziane. Infatti, più della metà della popolazione 65enne mostrerebbe alle radiografie la presenza di OA in almeno un’articolazione. Sia gli uomini che le donne soffrono di artrosi. Prima dei 45 anni sono più gli uomini che le donne a presentare questa patologia, mentre dopo i 45 anni diventa più comune nelle donne.

I campanelli d’allarme dell’OA

1. Dolore continuo o intermittente nell’articolazione
2. Rigidità articolare dopo essersi alzati dal letto o dopo essere stati a lungo seduti
3. Tumefazione in una o più articolazioni
4. Una sensazione di scroscio o un rumore di ossa che si sfregano tra loro
5. Calore e rossore non sono segni specifici dell’OA ma di altre patologie reumatiche; è importante quindi che il medico indaghi altre cause come ad esempio l’Artrite Reumatoide
6. Il dolore non è sempre presente. Infatti solo un terzo delle persone che alle radiografie riporta l’evidenza di OA avverte dolore ed altri sintomi.

Caratteristiche dell’OA
L’osteoartrosi colpisce qualsiasi persona indifferentemente; in alcune è progressiva ma lenta, in altre i sintomi sono più seri. Gli scienziati non sanno ancora quale sia la causa della malattia, ma essi sospettano una combinazione di fattori, tra i quali il soprappeso, l’invecchiamento, i traumatismi stressanti dovuti a determinati tipi di professione o di attività sportiva. L’OA colpisce le persone non solo dal punto di vista delle articolazioni, ma anche per quanto riguarda le finanze e lo stile di vita.
Gli effetti sulle finanze riguardano il costo del trattamento, stipendi perduti a causa della disabilità. Gli effetti sullo stile di vita comprendono la depressione, l’ansia, la limitazione nelle attività della vita quotidiana (AVQ), le limitazioni nel lavoro, problemi di partecipazione ecc.
La maggior parte delle persone con OA possono avere una vita attiva e produttiva. Un modo per riuscirvi è utilizzare un approccio terapeutico adeguato che comprenda:
1. farmaci antidolorifici;
2. riposo ed esercizio;
3. educazione del paziente e programmi di supporto;
4. imparare a prendersi cura di se stessi e ad avere un atteggiamento che “promuova” la salute.

L’articolazione e le sue costituenti
Le articolazioni – ovvero lo spazio dove due ossa mobili si congiungono – sono fatte per permettere un movimento dolce tra le ossa e per assorbire lo shock durante attività come camminare o durante movimenti ripetitivi. L’articolazione è composta da:
1. cartilagine: rivestimento robusto che ricopre l’estremità di ogni osso. La cartilagine, che si rompe nella OA, è descritta meglio nel box più avanti.
2. capsula articolare: una membrana che contiene le ossa e mantiene insieme le altre parti dell’articolazione.
3. sinovia: membrana sottile che riveste l’articolazione.
4. liquido sinoviale: un fluido che lubrifica l’articolazione e nutre la cartilagine.
5. legamenti, tendini e muscoli: tessuti che mantengono stabile l’articolazione e ne permettono il movimento. I legamenti sono robusti, simili a corde che uniscono un osso ad un altro. I tendini sono strutture robuste, corde fibrose che uniscono i muscoli alle ossa. I muscoli sono fasci di cellule specializzate che contraendosi producono il movimento quando sono stimolati dai nervi.
 
La cartilagine: la chiave di un’articolazione sana
La cartilagine costituita da acqua per il 65-80%. Altri suoi componenti sono il collagene, i proteoglicani ed i condrociti.
1. collagene: è una proteina fibrosa. E’ anche una componente fondamentale di pelle, tendini, ossa e di altro tessuto connettivo;
2. proteoglicani: sono una combinazione di proteine e carboidrati. Strisce di proteoglicani e collagene si uniscono e formano un tessuto simile ad una rete. Ciò dona alla cartilagine elasticità di la capacità di assorbire gli shock durante i movimenti;
3. condrociti: sono cellule che vivono nella cartilagine e che la mantengono sana fornendole il nutrimento necessario alla sua crescita. A volte però esse rilasciano delle sostanze chiamate enzimi che distruggono il collagene e le altre proteine. I ricercatori attualmente stanno eseguendo ulteriori studi sui condrociti.


Come sapere se si soffre di OA?
Di solito, l’OA insorge lentamente. All’esordio le articolazioni dolgono dopo il lavoro fisico o l’esercizio. L’OA può colpire tutte le articolazioni, ma la maggior parte delle volte vengono colpite le mani, le ginocchia, le anche e la colonna vertebrale.
Mani
L’OA delle dita è un tipo di artrosi che sembra essere correlato con fattori ereditari, infatti è frequente nella stessa famiglia. Più donne che uomini ne soffrono ed esse la sviluppano soprattutto dopo la menopausa. Nell’OA, piccole protuberanze compaiono sull’estremità distale delle dita che si chiamano noduli di Heberden. Simili noduli possono comparire alle articolazioni interfalangee prossimali (noduli di Bouchard). Le dita possono diventare grosse e nodose e provocano dolore, rigidità o intorpidimento. La base dell’articolazione del pollice è la più frequentemente colpita dall’artrosi (trapezio-metacarpale) detta rizoartrosi. L’OA delle mani può essere trattata con farmaci, splints (ortesi) o termoterapia.


Ginocchia
Le ginocchia sono le articolazioni che sostengono il peso corporeo. Per questa ragione esse sono le articolazioni maggiormente interessate dall’OA. Le ginocchia possono essere rigide, tumefatte e dolenti rendendo difficile la deambulazione, l’alzarsi e sedersi sulla sedia o entrare ed uscire dalla vasca. Se non trattata, l’OA alle ginocchia può portare alla disabilità. Farmaci, perdita di peso, esercizio fisico e cammino possono ridurre il dolore e la disabilità. Nei casi più impegnativi, la sostituzione protesica per via chirurgica del ginocchio può essere l’unica soluzione. 


Anche
L’OA delle anche causa dolore, rigidità e disabilità severa. Le persone avvertono dolore localizzato all’anca, all’inguine, alla superficie interna della coscia, al gluteo ed al ginocchio. Sostegni per la deambulazione, come stampelle o deambulatori (girelli o rollers) possono ridurre lo stress sulle anche. L’OA delle anche potrebbe limitare i movimenti e i piegamenti, rendere difficoltosa l’effettuazione delle AVQ come il vestirsi o la pedicure. Supporti per il cammino, farmaci, e l’esercizio possono alleviare il dolore e migliorare il movimenti. Il medico potrebbe raccomandare la sostituzione protesica se il dolore dovesse diventare insopportabile e non alleviato dagli altri metodi. 


Colonna vertebrale
La rigidità ed il dolore al collo o alla zona lombare possono derivare dall’artrosi della colonna vertebrale, accompagnate a volte da stanchezza ed intorpidimento delle braccia e delle gambe. Alcuni traggono beneficio durante il sonno su un materasso rigido o posizionando dei cuscini come sostegno lombare mentre sono seduti. Altri traggono giovamento dalla termoterapia o nell’esecuzione di un programma di esercizi che rinforzi la schiena ed i muscoli addominali. Nei casi più gravi, il medico potrebbe suggerire la chirurgia per diminuire il dolore e ripristinare la funzionalità.

fonte http://www.bresciareumatologia.it/osteoartrosi.html

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