PREVENZIONE:Occhio secco, patologia sottovalutata che colpisce soprattutto le donne

  Al via la seconda edizione della Campagna nazionale di prevenzione e diagnosi di questo fastidioso disturbo, quest’anno dedicata esclusivamente all’universo femminile.

(Getty Images) Fastidi oculari come bruciori, secchezza, fotofobia e sensazione di sabbia negli occhi: sono questi i sintomi tipici della sindrome dell’occhio secco, condizione tra le più ignorate come ha segnalato l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma una pronta diagnosi e cure mirate possono fare la differenza. Ed è proprio questo l’obiettivo dalla Campagna nazionale di prevenzione e diagnosi dell’occhio secco, promossa dal Centro Italiano Occhio Secco di Milano (CIOS) con la collaborazione dell’Università dell’Insubria di Varese, il patrocinio di Regione Lombardia e della SOI Società Oftalmologica Italiana.
Visite gratuite
Dal 2 al 31 maggio, le équipe di specialisti dei 14 Centri aderenti alla Campagna, distribuiti su tutto il territorio nazionale, saranno a disposizione per offrire screening gratuiti. Le visite, prenotabili sul sito www.centroitalianoocchiosecco.it , saranno riservate esclusivamente alle donne che, soprattutto nelle delicate fasi di menopausa e gravidanza, possono incorrere in importanti problemi di secchezza oculare.
Menopausa
Quella dell’occhio secco è una condizione che ha una netta predilezione per le donne, soprattutto in età pre-menopausale e durante la menopausa. In queste fasi della vita, infatti, ben il 45 per cento delle donne lamenta occhi arrossati, offuscamento, bruciore oculare, riduzione della tolleranza alle lenti a contatto, sensazione di corpo estraneo. «Ciò è dovuto in gran parte alle variazioni degli ormoni sessuali: gli estrogeni e gli androgeni, infatti, influenzano la produzione di tutti i componenti del film lacrimale, fino ad alterarne l’equilibrio e a favorire l’insorgenza di secchezza oculare» segnala Lucio Buratto, direttore del CIOS.
Lenti a contatto e make up
Ma anche altri fattori possono concorrere allo sviluppo dell’occhio secco, in particolare il maggior uso di lenti a contatto nella popolazione femminile e il make-up. «Le donne tendono a portare le lenti a contatto con maggiore frequenza rispetto agli uomini ed è noto che le lenti a contatto favoriscono la secchezza oculare, complice il ristagno delle lacrime che si crea tra la lente a contatto e la superficie oculare, specie se si portano lenti a contatto morbide. Le donne, inoltre, spesso si truccano le palpebre e le aree perioculari con il rischio di alterare il normale funzionamento del sistema lacrimale e favorire l’insorgenza dell’occhio secco» puntualizza Giuseppe Di Meglio, oculista esperto di occhio secco del CIOS.
fonte:

La sindrome dell’occhio secco 

A lungo andare questa condizione può causare alcuni sintomi fastidiosi e, nei casi più gravi, danneggiare la superficie oculare. Qualche consiglio utile per prevenire il peggioramento e le cure da effettuare - 
articolo di Antonella Sparvoli

Che cos’è

Quando si parla dell’occhio secco (sindrome dell’occhio secco) ci si riferisce a un’alterazione quantitativa o qualitativa delle lacrime (o film lacrimale) che inumidiscono la superficie oculare (cornea) a contatto con l’esterno. Questa condizione può causare alcuni sintomi fastidiosi e, nei casi più gravi, danneggiare la superficie oculare. Più elementi possono alterare il film lacrimale, spesso simultaneamente. I principali sono: inadeguata produzione di lacrime, composizione lacrimale non normale, eccessiva evaporazione delle lacrime.
(illustrazione di Mirko Tangherlini) 
  (illustrazione di Mirko Tangherlini)

Le lacrime

Le lacrime sono costituite da tre componenti principali: lipidica, acquosa e mucosa.
La funzione più importante dello strato lipidico esterno, prodotto dalle ghiandole di Meibomio, è quello di prevenire l’evaporazione della componente acquosa delle lacrime.

Lo strato acquoso intermedio è la porzione più ampia del film lacrimale. È costituito da una soluzione acquosa in cui sono disciolte diverse tipologie di mucine (proteine «appiccicose»). In questo strato è dissolto anche l’ossigeno che rifornisce la cornea. È prodotto dalle ghiandole lacrimali.

Lo strato mucoso interno contiene la maggior concentrazione di mucine a livello della superficie oculare. Questo strato aiuta a spargere le lacrime e a stabilizzare il film lacrimale. Le mucine sono prodotte dalle cellule di Goblet.
(illustrazione di Mirko Tangherlini)
(illustrazione di Mirko Tangherlini)
 

I sintomi

I disturbi più comuni legati all’occhio secco sono:

- bruciore.
- Prurito.
- Sensazione di corpo estraneo nell’occhio.
- Fastidio alla luce (fotofobia).
- Difficoltà a tenere gli occhi aperti.
- Necessità di strizzare spesso gli occhi (blefarospasmo).
- Talvolta dolore.
- Nei casi più gravi, formazione di cicatrici e ulcere corneali con conseguente annebbiamento visivo.

In genere questi disturbi peggiorano in ambienti secchi, ventosi o dove sono in funzione impianti di riscaldamento o di condizionamento.
(illustrazione di Mirko Tangherlini)

Le cause

L’occhio secco può essere determinato da diversi fattori elencati sotto nell’illustrazione:
(illustrazione di Mirko Tangherlini)

La diagnosi

Per individuare le alterazioni della lacrimazione è possibile eseguire (in centri oculistici specializzati) alcuni esami. I test sono diversi e non vanno eseguiti tutti e sempre. In genere la scelta viene fatta in base alla gravità dei sintomi e alla causa sospettata. I principali esami sono:

- test di rottura del film lacrimale (BUT): misura quanti secondi impiega a interrompersi il velo di lacrime sulla superficie della cornea, togliendole protezione e lubrificazione. Aiuta a valutare la qualità delle lacrime.

- Test al verde di Lissamina: permette di verificare segni di danno alle cellule della cornea o della congiuntiva conseguenti alla secchezza oculare prolungata.

- Test di Schirmer: serve per valutare la produzione lacrimale e si esegue introducendo due striscioline di carta assorbente all’interno della palpebra inferiore; poi si misura la porzione di carta inumidita dopo pochi minuti.

Il test di Schirmer (illustrazione di Mirko Tangherlini) 
 

I consigli

È importante che chi ha la tendenza ad avere la sindrome dell’occhio secco cerchi di evitare le situazioni che accentuano il problema come:

- ambiente di vita o di lavoro troppo secco (riscaldamento/ raffreddamento con termoconvettori), riscaldamento troppo elevato, scarso ricambio di aria fresca.
- Eccessiva applicazione a videoterminali.
- Scarso apporto di liquidi con la dieta.
- Assunzione di farmaci a base di estroprogestinici senza adeguato controllo.

È opportuno curare i sintomi fin dall’inizio, rivolgendosi a un oculista. È utile proteggere gli occhi in caso di eccessiva esposizione ai raggi solari o ad agenti atmosferici potenzialmente irritanti (vento, sabbia etc).
(Getty Images)
(Getty Images)

Le cure

I trattamenti disponibili puntano a ridurre i sintomi ed evitare peggioramenti. In genere si ricorre a soluzioni umettanti a base di lacrime artificiali, preferibilmente senza conservanti. Le lacrime artificiali possono avere azione detergente, lubrificante e disinfettante e vanno instillate più volte al giorno. Ne esistono di diversi tipi con composizione variabile in modo tale da poter personalizzare la terapia a seconda che i problemi del film lacrimale siano da attribuire in modo preponderante alla componente lipidica, acquosa o mucosa. Nei casi più gravi, quando è presente un’infiammazione della superficie oculare, possono servire terapie a base di colliri antinfiammatori.

     

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