Infiammazione danneggia memoria e funzioni cognitive
Scoperta italiana apre via a nuovi farmaci contro demenza
Infiammazione danneggia memoria e funzioni cognitive
L’infiammazione
danneggia la memoria ed è probabilmente una diretta responsabile di
quei deficit cognitivi e mnemonici caratteristici di varie malattie tra
cui Alzheimer e sclerosi multipla. E’ la scoperta di un ricercatore
italiano che lavora in Svizzera, Andrea Volterra.
Secondo quanto
emerso dal suo studio pubblicato sulla rivista Cell, livelli alterati di
infiammazione vengono rapidamente captati da ‘cellule partner’ dei
neuroni, gli astrociti, che per reazione alterano il funzionamento dei
neuroni dell’ippocampo (il centro dei ricordi). Da 15 anni
all’università di Losanna, Volterra ha scoperto che gli astrociti
avvertono l’innalzamento dei livelli della molecola proinfiammatoria
TNF-alfa e in risposta a ciò causano il malfunzionamento dei neuroni nei
centri della memoria.
Volterra ha usato modelli animali di
sclerosi multipla SM (almeno il 50% dei pazienti con SM presenta turbe
cognitive, le cui cause finora non erano note) e visto che sono
sufficienti innalzamenti locali anche solo moderati (di 10 volte) di
TNF-alfa che perdurino per pochi giorni per alterare l’attività dei
neuroni della memoria.
”La scoperta è importante considerando il
fatto che in certe patologie il TNF-alfa aumenta anche di più – spiega
il ricercatore all’ANSA – ad esempio di 20-30 volte, e può restare a
tali livelli alti per mesi o anni, come avviene nell’Alzheimer”. Questa
scoperta, conclude il ricercatore, ”potrebbe ora aprire la via alla
messa a punto di un farmaco capace di penetrare nel cervello e bloccare
l’iperattivazione degli astrociti indotta dall’eccesso di TNF-alfa,
rivelandosi così efficace contro uno dei sintomi principali della
demenza, i problemi cognitivi e di memoria, ma anche in altre malattie
neurodegenerative come la sclerosi multipla”.