ENTEROARTRITI (artrite enteropatica o entesoartrite enteropatica)


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Le enteroartriti sono un gruppo di affezioni che rientrano nell’ambito più generale delle spondiloartriti sieronegative. Le manifestazioni infiammatorie a livello delle articolazioni periferiche dei tendini, delle entesi e della colonna vertebrale si associano caratteristicamente con la presenza di una malattia infiammatoria cronica intestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn, morbo celiaco, sindrome da bypass intestinale, infezioni batteriche intestinali, colite pseudomembranosa)
La comparsa di artrite nel corso delle predette condizioni presenta un’ampia variabilità (10-50%). Non vi è una particolare predilezione tra i sessi.
Il forte legame tra patologia infiammatoria intestinale e spondiloartriti è ulteriormente testimoniato dal fatto che una infiammazione intestinale sub-clinica evidente all’esame endoscopico si osserva in circa 1/3 dei soggetti con spondiloartropatie.
Le caratteristiche cliniche ed evolutive dell’impegno articolare in pazienti con enteroartrite è alquanto variabile. È possibile un impegno prevalente assiale (colonna vertebrale, articolazioni sacro-iliache) e/o un interessamento delle articolazioni periferiche e delle sedi di inserzione ossea dei tendini (entesi). L’impegno articolare e/o tendineo può manifestarsi in soggetti con enteropatia già nota, mentre in una quota non rara di casi è la presenza di una spondiloartrite, che porta alla identificazione di una malattia infiammatoria intestinale oligosintomatica o addirittura silente.
L’impegno delle articolazioni periferiche può assumere un carattere remittente con fasi di flogosi acuta intervallati da periodi di remissione anche protratta. L’artrite può assumere anche un decorso cronico. Non raramente, le forme a decorso intermittente, con episodi acuti di sinovite ad andamento autolimitante, non causano un significativo danno anatomico. Tali forme di caratterizzano per il coinvolgimento di non più di quattro articoazioni (oligoartriti), con particolare predilezione per le ginocchia. Tra le variabili espressioni delle enteroartriti meritano di essere ricordate anche le forme migranti. Le fasi di riacutizzazione della sinovite spesso si associano con la riacutizzazione dell’impegno intestinale.

Indagini diagnostiche

La diagnosi di enteroartrite si basa sulla valutazione clinica globale del paziente, sui dati strumentali (RMN, ecografia, esame radiografico) e di laboratorio (indici di flogosi, calprotectina fecale). L’antigene HLA B27 è rilevabile nel 50-70% dei pazienti con impegno della colonna vertebrale e delle sacroiliache.

Terapia

La strategia di trattamento deve essere accuratamente personalizzata in virtù della variabile espressività clinica delle enteroartriti.
Il trattamento locoregionale ecoguidato con cortisonici potrà consentire un rapido ed efficace controllo delle forme di “oligoartrite”.
Gli anti infiammatori non steroidei (FANS) possono attenuare la sintomatologia dolorosa, ma non sono consigliati per i possibili effetti collaterali a livello del tratto gastro-intestinale. I cortisonici possono essere utilizzati non solo a livello intrarticolare, in caso di flogosi intensa, possibilmente per brevi periodi.
Tra i farmaci di fondo più utilizzati figurano la sulfasalazina, il metotrexato e i farmaci biologici (anti-TNF alfa).


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