Quali sono le informazioni che un paziente con artrite reumatoide dovrebbe avere ben chiare sulla propria malattia?
Secondo la National Rheumatoid Arthritis Society britannica vi sono otto informazioni essenziali che ogni paziente con artrite reumatoide dovrebbe avere ben chiare nella propria mente:
Il magazine
Artrite reumatoide

01 La malattia dura tutta la vita.
02 L’artrite reumatoide non è una malattia delle persone anziane. Può manifestarsi ad ogni età anche se nella maggior parte dei casi l’esordio della malattia si manifesta fra i 40 e i 60 anni.
02 L’artrite reumatoide non è una malattia delle persone anziane. Può manifestarsi ad ogni età anche se nella maggior parte dei casi l’esordio della malattia si manifesta fra i 40 e i 60 anni.
03 Le manifestazioni cliniche della
malattia sono alquanto variabili da soggetto a soggetto sia per le
modalità di esordio ed il numero di articolazioni colpite sia per quanto
concerne l’evoluzione nel tempo. In alcuni soggetti si possono
registrare riacutizzazioni seguite da fasi di attenuazione
apparentemente spontanea.
04 La malattia non colpisce solo le
articolazioni. Fra i bersagli dell’artrite reumatoide figurano l’occhio,
il polmone, l’apparato cardiovascolare. Possono essere particolarmente
frequenti anche manifestazioni sistemiche come astenia, facile
stancabilità, dolori muscolari diffusi e turbe del sonno.
05 L’artrite reumatoide rientra nel gruppo delle malattie autoimmuni, che sono il risultato di una alterazione del sistema immunitario capace di innescare una reazione infiammatoria incontrollata.
05 L’artrite reumatoide rientra nel gruppo delle malattie autoimmuni, che sono il risultato di una alterazione del sistema immunitario capace di innescare una reazione infiammatoria incontrollata.
06 Se l’artrite reumatoide non viene
trattata adeguatamente può avere un’impronta distruttiva a livello
articolare, fino al punto di determinare gravi conseguenze, con
compromissione della mobilità delle articolazioni e limitazione talora
drammatica nello svolgimento delle comuni attività della vita
quotidiana.
07 In alcuni soggetti la malattia può presentare una minima impronta destruente a livello articolare. Le forme più aggressive e gravi si rilevano in circa il 20% dei casi. La malattia, se non trattata, ha un decorso progressivo, ma la sua evoluzione varia da soggetto a soggetto. Lo scopo della terapia è quello di esercitare il massimo controllo possibile della flogosi e di ridurre o prevenire la comparsa di alterazioni anatomiche irreversibili.
08 La diagnosi precoce ed un trattamento appropriato sono le armi migliori per raggiungere l’obiettivo ideale di garantire ai pazienti con artrite reumatoide una vita normale.
07 In alcuni soggetti la malattia può presentare una minima impronta destruente a livello articolare. Le forme più aggressive e gravi si rilevano in circa il 20% dei casi. La malattia, se non trattata, ha un decorso progressivo, ma la sua evoluzione varia da soggetto a soggetto. Lo scopo della terapia è quello di esercitare il massimo controllo possibile della flogosi e di ridurre o prevenire la comparsa di alterazioni anatomiche irreversibili.
08 La diagnosi precoce ed un trattamento appropriato sono le armi migliori per raggiungere l’obiettivo ideale di garantire ai pazienti con artrite reumatoide una vita normale.
Adattarsi alla malattia
Uno dei problemi più importanti dei soggetti con malattia in fase di
esordio è quello di adattare il proprio stile di vita ai diversi
problemi che ne conseguono.
Fino a pochi anni fa, questo percorso di adattamento poteva risultare
particolarmente difficile, dal momento che la consapevolezza dei
pazienti in merito alla natura ed alla evoluzione della malattia stessa
non era particolarmente approfondita.
Internet ha modificato radicalmente questo tipo di scenario e oggi si
tende ad acquisire una più rapida e chiara consapevolezza della
dimensione del problema, anche se l’autoapprendimento non guidato può
portare spesso alla sottovalutazione o alla sopravvalutazione della
gravità del problema e dei rischi del trattamento. Sarebbe opportuno che
presso i centri di reumatologia venisse riservata una particolare
attenzione ai programmi di patient education, specie nella fase iniziale
della gestione del percorso assistenziale, in modo tale da garantire il
massimo livello di compliance e di aderenza al trattamento e di evitare
che l’impatto psicologico della malattia finisca col determinare una
profonda frustrazione del paziente con conseguente innesco di quadri di
tipo francamente depressivo.
Cosa mi aspetta nel futuro?
È questa una delle domande più frequenti e delicate che ci
vengono poste dai pazienti all’indomani di una diagnosi di artrite
reumatoide.
La risposta più corretta da dare non può che basarsi su un’analisi
saggia e ponderata di criteri generali e di elementi basati sulle
caratteristiche individuali della malattia. In linea generale si può
oggi affermare che grazie ai notevoli progressi nella diagnosi e nella
terapia dell’artrite reumatoide, si può garantire una prognosi
decisamente migliore rispetto al passato per quanto concerne sia la
qualità della vita, sia la possibilità di arrestare o rallentare
l’evoluzione del danno anatomico.
Abbiamo oggi a disposizione diverse opzioni terapeutiche basate
sull’uso combinato di più farmaci e una adeguata personalizzazione della
terapia combinata con controlli ravvicinati nel tempo, soprattutto nei
pazienti con sinovite ad impronta più aggressiva, può consentire di
prospettare soprattutto nei casi individuati precocemente, una prognosi
decisamente migliore rispetto a quella che poteva essere prospettata
15-20 anni fa.
Ovviamente queste indicazioni di massima devono essere calate nelle
diverse realtà individuali, tenendo conto dell’ampia variabilità di
espressione dell’artrite reumatoide. Se i pazienti presentano una serie
di biomarcatori indicativi di una malattia ad impronta più aggressiva,
sarà opportuno informare il paziente che la strategia da impostare non
potrà non tenere conto di questi elementi e che lo schema di trattamento
generalmente dovrà quindi risultare più incisivo.